PESCARA – Altro che "Abruzzo perfettamente in linea con le altre regioni d’Italia" per l’erogazione della Cassa Integrazione Straordinaria per l’emergenza Coronavirus. I sindacati regionali Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Dopo le ammissioni dei ritardi e degli errori da parte del Presidente del Consigliuo regionale Lorenzo Sospiri, la Regione Abruzzo ieri ha provato a giustificare la mancata erogazione dei sussidi per i lavoratori delle aziende ferme. Ma i sindacati incalzano e citano i dati ufficiali dell’Inps, che danno l’Abruzzo penultima regione d’Italia per le erogazioni, davanti solo al Molise.
Sono 64.175 le domande di cassa integrazione in deroga che 17 regioni italiane hanno “processato” e inviato all’Inps. Di queste 22.936 sono state già autorizzate dall’Istituto di previdenza e 2.038 risultano già pagate a favore di 4.149 beneficiari.
In Abruzzo le domande esaminate dalla Regione, e inviate all’Inps, sono solo 113 a fronte di 10.300 istanze presentate dalle aziende, che riguardano una platea di circa 27mila lavoratori.
A testimoniarlo è l’Inps, attraverso un report che tiene conto della rilevazione riferita alle domande “lavorate” fino a martedì 22 aprile.
«Un dato che lascia stupefatti – affermano i segretari regionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, rispettivamente Carmine Ranieri, Leo Malandra, Michele Lombardo, Gianna De Amicis, e delle segreterie del pubblico impiego, che smentisce le dichiarazioni ufficiali dell’assessore regionale alle Politiche del lavoro, Piero Fioretti, secondo il quale “la Regione Abruzzo è perfettamente in linea con le altre regioni italiane nella gestione delle istanze per l’erogazione della Cassa integrazione in deroga».
Il report dell’Inps tiene conto delle domande presentate in 17 regioni italiane. In testa c’è il Lazio, con 29.684 domande già processate; seguono la Campania (8.999), le Marche (6.362), il Veneto (3.459), l’Emilia Romagna (3.449), la Liguria (2.865), la Toscana (2.565), la Puglia (1.691), la Calabria (1.344), l’Umbria (937), il Piemonte (704), la Basilicata (577), la Lombardia (507), la Valle d’Aosta (453), il Friuli Venezia Giulia (379). L’Abruzzo, con le sue 113 domande “processate” e inviate all’Inps, è penultima in graduatoria, prima del Molise (87).
I segretari di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ribadiscono che “a essere chiamati in causa per i ritardi non sono certo i dipendenti della Regione che stanno gestendo le pratiche, ma la mancanza di programmazione da parte dell’assessorato. Dal 23 febbraio la Regione era a conoscenza del fatto che si stava preannunciando l’emergenza lavoro più drammatica degli ultimi decenni, ma l’assessore non si è premurato di organizzare gli uffici per farvi fronte. Si ricorda che il decreto che istituisce la cassa integrazione in deroga per le Regioni risale al 17 marzo 2020. È piuttosto singolare che l’assessore si sia ricordato di potenziare il gruppo di lavoro addetto alla gestione delle pratiche della cassa integrazione in deroga, portandolo a 30 dipendenti, solo il 22 aprile”.
«L’assessore Fioretti, in un’altra nota ufficiale – proseguono i rappresentanti sindacali – ha assicurato che entro fine mese la Regione smaltirà tutte le domande regolari per la cassa integrazione in deroga, ma considerati i numeri attuali ci sembra un obiettivo assai ambizioso da raggiungere. D’altronde l’assessore Fioretti ha pensato di convocare il Cicas (Comitato di intervento per le crisi aziendali), solo due volte, mentre le altre regioni hanno avuto un confronto serrato con le forze sociali. Infine si ricorda che il presidente della Regione, Marco Marsilio ha attivato una cabina di regia che avrebbe dovuto prevedere un rapporto costante tra le parti sociali e i singoli assessori. L’assessore Fioretti – concludono i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e delle segreterie del pubblico impiego – al contrario, non ha mai convocato le parti sociali, e alle sollecitazioni che gli sono state rivolte ha sempre risposto che era tutto in regola e che non c’era nulla di cui preoccuparsi».